S I S T E M  A   DI   M O D U L A Z I O N E

Il suono laringeo è alquanto diverso dal suono orale, cioè da quello che noi sentiamo.
Infatti lo spazio che esso attraversa, compreso tra le corde vocali e le labbra, è una complessa organizzazione di cavità diverse per forma, dimensioni e collocazione, ciascuna delle quali funge da risuonatore: modula il suono iniziale modificandone il timbro e l'intensità ed in questo modo arricchisce di segnali acustici il nostro linguaggio.
La modulazione della voce è dovuta all'azione coordinata dei sistemi di risonanza e di articolazione. Questi sistemi sono strettamente legati, perché i medesimi organi servono per entrambe le funzioni e perché il risultato della loro attività è conseguenza della loro azione reciproca.
Per risonanza si intende la proprietà di un corpo elastico di vibrare con spontaneità quando viene eccitato da oscillazioni esterne la cui frequenza coincida con quella naturale propria del vibratore e di ignorare quasi completamente oscillazioni a frequenza diversa.
Ad esempio, se abbiamo due diapason uguali e ne mettiamo uno in vibrazione, l'altro prende impulso dalla prima onda sonora che riceve ed inizia una propria vibrazione che terminerà quando l'onda successiva porterà un nuovo impulso, e così via fino a quando cesseranno le vibrazioni del primo diapason.
Questo avviene perché la frequenza della vibrazione che proviene dal primo diapason corrisponde alla frequenza naturale propria del secondo diapason.
Come risultato si ha un rafforzamento del suono: la stessa cosa capita in presenza di casse di risonanza.
Ciascuna cassa di risonanza, in base alle proprie caratteristiche risponde quindi in modo selettivo ad una frequenza particolare.
Una caratteristica molto importante sono le dimensioni del risuonatore, le quali determinano la frequenza a cui esso può entrare in funzione, quindi l'altezza del suono che potrà essere amplificato. Cavità grandi rinforzano suoni a bassa frequenza; cavità picco le suoni con frequenza alta.
Altra caratteristica è la parete interna del risuonatore: se soffice e flessibile è poco efficiente perché tende ad attutire il suono assorbendone l'energia, se è dura riflette le onde sonore in modo molto migliore.
Laringe, faringe, bocca, seni nasali e frontali (tutte cavità sopraglottiche), si comportano come camere di risonanza; la cavità orale svolge anche una funzione articolatoria, perché può modificare la propria forma, adattandola alla pronuncia dei fonemi tipici del linguaggio articolato.
Analizziamo ora struttura e funzione degli organi di modulazione (fig. 23).

 
Laringe

La laringe è già stata descritta, ma si deve ricordare l'importanza di alcune sue parti.
Le false corde limitano la penetrazione dell'aria nei ventricoli e modificano il diametro, la velocità, la direzione della colonna sonora che sale verso la faringe.
I ventricoli laringei imprimono spostamenti alle false corde vocali sia per l'azione dei muscoli costrittori faringei e stilofaringei, sia per il movimento di trazione laterale che esercita il muscolo tiroaritenoideo.
Le pliche ariepiglottiche e l'epiglottide allungano e restringono la porzione inferiore del sistema di risonanza, questo incide sulla direzione della colonna sonora; l'epiglottide si solleva particolarmente nell'emissione dei suoni acuti.

 
Faringe

Comunemente chiamata gola, è un organo cavo, percorso sia dall'aria che dagli alimenti, posto tra la laringe e la cavità orale.
Comprende il segmento retrolinguale (ipofaringe), la regione buccale in cui si trovano le tonsille palatine (mesofaringe) ed una regione anteriore in cui si aprono le fosse nasali e le trombe di Eustachio (rinofaringe).

 
Cavità orale

Possiede porzioni immobili ed altre mobili.
Il palato duro (anteriore) e le arcate dentarie sono rigide; il palato molle (posteriore), la lingua, le labbra e le guance sono molli e mobili; la mandibola può variare la sua posizione rispetto alla mascella e pertanto modificare la capacità del cavo orale.
Responsabili dirette dell'articolazione, cioè dell'interruzione della corrente aerea, sono quindi le strutture dotate di maggior mobilità, che realizzano tale interruzione in virtù dei loro rapporti con le strutture fisse della cavità.
La bocca è limitata anteriormente dalle labbra e dalle arcate dentarie. Da un punto di vista fonetico le arcate dentarie sono importanti per la regolarità della curva ossea, l'esatta superposizione della arcata superiore rispetto all'inferiore, la disposizione regolare degli incisivi.
Un impianto obliquo o storto, la presenza di spazi liberi fra i denti, la mancanza di vari denti anteriori o l'imperfetta superposizione delle due arcate possono provocare turbe nell'articolazione della parola.
Il pavimento boccale è occupato dalla lingua che, grazie alla sua mobilità, ha un'importanza fondamentale nel variare la forma della cavità di risonanza buccale ed entra in gioco anche durante l'articolazione. La lingua si può proiettare in avanti, ed in questo modo ingrandisce la mesofaringe, sposta in avanti l'epiglottide e amplifica il vestibolo laringeo.
Se la lingua si spinge all'indietro occupa gran parte dell'ipofaringe, l'epiglottide si avvicina alle pareti posteriori e laterali della laringe riducendo di molto il lume del vestibolo sopraglottico.

La fig. 24 mostra le variazioni dei profili articolatori nella pronuncia di alcuni fonemi italiani.
Altre strutture che influenzano la risonanza vocale sono i seni nasali e frontali.

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