Jemmi, G. * - Melegari, R. * -
Uberti, M. **
* Istituto Policattedra di Clinica
Otorinolaringoiatrica dell'Università di Parma - ** Conservatorio di Musica
Arrigo Boito di Parma
Influenze
della postura e dell'articolazione nel rilevamento del segnale
elettroglottografico
Comunicazione presentata al XXI
Congresso Nazionale della SIFEL (Società Italiana di Foniatria e Logopedia)
Milano, 3-5 aprile 1987
Introduzione
Presso l'Istituto Policattedra di Clinica
Otorinolaringoiatrica dell'Università degli Studi di Parma e in collaborazione
con il Conservatorio di Musica Arrigo Boito della stessa Città è in corso un
programma di ricerche sulle tecniche vocali nel canto. Tali ricerche si fondano
in parte rilevante sull'osservazione dei comportamenti fonatori delle allieve
del corso sperimentale di Pre-canto del Conservatorio, nel quale, per programma
scolastico, sono insegnate più tecniche vocali. Questo fatto permette di
mettere a confronto comportamenti fonatori diversi, praticati da una stessa
informatrice e ripetibili tanto nei loro aspetti fisiologici che in quelli
fonetici.
I rilevamenti di segnali glottici compiuti su una
stessa allieva hanno permesso di osservarne la variabilità in funzione del
comportamento articolatorio e respiratorio. La vocale /a/, per esempio, può
essere pronunciata con atteggiamenti della mandibola variabili con continuità
dalla rotazione in basso alla dislocazione in avanti (fig. 1), atteggiamenti ai
quali corrispondono altrettante varianti acustiche della vocale. Nel primo caso
le corde vocali entrano in vibrazione prevalentemente sotto la tensione
determinata dalla loro contrazione attiva; nel secondo interviene anche la trazione della catena costituita da
mandibola, muscolatura ioidea, osso ioide, legamento e membrana ioidei,
trazione che, per effetto dell'inclinazione della cartilagine tiroide, impone
alle corde vocali uno stiramento passivo.
Contemporaneamente venivano osservate variazioni
determinate dal comportamento respiratorio (fig. 2); il segnale glottico,
infatti, subiva modificazioni significative a seconda che l'espirazione venisse
compiuta, per tacere di altre modalità, con controllo della muscolatura
addominale a livello ipogastrico o epigastrico (fig. 3).
Le osservazioni descritte portavano a concludere
che, qualora non si sia tenuto conto dei comportamenti formatori con i quali la
voce è stata emessa, questo tipo di variabilità toglie senso al confronto fra
segnali prelevati dalla stessa persona in tempi diverse oppure da persone
diverse.
Scopo della ricerca
Fu ravvisata quindi la necessità di individuare un
metodo di rilevamento del segnale glottico, da adottare come normale,
applicabile anche a soggetti privi di addestramento vocale e che riunisca le
caratteristiche della validità e della praticità.
Materiali e metodi
Si è ritenuto di riscontrare tali requisiti
nell'emissione a bocca chiusa e postura supina. L'emissione a bocca chiusa
impone, per evidenti motivi, un atteggiamento articolatorio molto stabile e
ripetibile mentre la postura supina induce, come è noto, una respirazione
addominale spontanea, che presenta buone caratteristiche di ripetitività e
comparabilità.
Le diapositive che vengono ora proiettate si
riferiscono unicamente a soggetti di sesso femminile in quanto la classe di
Pre-canto, oggetto di queste osservazioni, è composta attualmente da sole
allieve.
I segnali glottici rappresentati sono stati
prelevati con elettroglottografo EG 830 della F-J Electronics, registrati con
un magnetofono Report 4200[1]
della UHER, filtrati al di sotto degli 80 Hz, campionati a un microsecondo e
visualizzati con oscilloscopio digitale a memoria UKS 22-16 della VUKO.[2]
Quest'ultima apparecchiatura consente di ottenere
sullo schermo un'immagine normalizzata secondo i criteri proposti da Ferrero,
Vagges e Zovato. Sul fenomeno registrato viene aperta una finestra
corrispondente ad un solo periodo (fig. 4), che viene poi modificata fino ad
ottenere un'onda le cui ascisse grafiche abbiano valori doppi di quelli delle
ordinate. Le immagini vengono poi riprese e messe a confronto con metodi
fotografici.
Il segnale ottenuto seguendo la metodica proposta
come normale (bocca chiusa e
postura supina) nelle diapositive che seguono viene dato come curva di
riferimento ed è indicato con la lettera "N". Per ogni comportamento fonatorio, inoltre,
sono state effettuate due serie di registrazioni: una alla frequenza adottata
spontaneamente dall'informatrice ed una al La 440 Hz.
La fig. 5 rappresenta i segnali glottici
normalizzati di un'allieva alla quale era stato chiesto di emettere voce stando
supina e variando l'atteggiamento articolatorio onde isolare reciprocamente le
influenze articolatorie da quelle respiratorie.
La fig. 6, invece, rappresenta i segnali emessi
dalla stessa allieva in postura eretta, a bocca chiusa e cambiando il tipo di
respirazione.
La fig. 7 rappresenta i segnali glottici emessi in
postura eretta e a bocca chiusa da un'altra informatrice - priva di tecnica
vocale e caratterizzata da coordinamento respiratorio spontaneo di tipo
epigastrico - messi a confronto coi segnali corrispondenti, emessi sempre a
bocca chiusa ma in postura supina.
La fig. 8, infine, rappresenta quelli analoghi di
una terza informatrice, dotata per natura di controllo respiratorio di tipo
ipogastrico.
Discussione
Come appare dagli esempi presentati - e così come è
stato osservato negli altri casi presi in esame - l'emissione a bocca chiusa e
in postura supina dà luogo a segnali glottici caratterizzati da velocità di
chiusura e di apertura della glottide sensibilmente diverse da quelle che si
verificano con altri comportamenti fonatori. Appare inoltre che le variazioni
di comportamento respiratorio danno luogo ad alterazioni del segnale glottico
maggiori di quelle determinate da cambiamenti del comportamento articolatorio.
Si osserva infine che le deviazione dal segnale
proposto come normale, presenti nel caso di respirazione spontanea di tipo epigastrico,
erano maggiori di quelle che si verificavano quando la respirazione spontanea
era invece di tipo ipogastrico e quindi già simile a quella che viene provocata
dalla postura supina.
La variabilità del segnale glottico, dovuta al
comportamento fonatorio dimostra dunque l'opportunità di normalizzare la
metodica di prelevamento mentre l'esperienza compiuta nel corso di questa
ricerca ha confermato la praticità di quella che viene proposta.
La correlazione in termini quantitativi fra i
comportamenti fonatori e la variabilità del segnale l'ottico sarà oggetto di un
secondo momento della ricerca. Risultato applicativo di questa dovrebbe essere
la possibilità di valutare la qualità del comportamento fonatorio anche
avvalendosi dell'analisi del segnale glottico.
Rimane oggetto di incertezza l'opportunità di far
riferimento ad emissioni di voce effettuate a frequenza spontanea o sul La
centrale della tessitura vocale; la prima dovrebbe corrispondere alle
condizioni di minimo sforzo ma sfugge ad ogni valutazione dell'impegno
muscolare generale; la seconda consente il confronto di tutte le voci sulla
stessa nota, ma alla sua frequenza - pari a 440 Hz per le donne e a 220 Hz per
gli uomini - corrisponde approssimativamente alla nota centrale per le voce
medie, alla nota medio-bassa per le voci acute e a quella medio-acuta per
quelle basse richiedendo quindi sforzi di emissione diversi a seconda della
classe vocale dell'informatore.
[1] Come è noto ai ricercatori, il registratore
elettromagnetico impone distorsioni alla forma dell'onda sonora registrata.
Di che tipo esse siano appare evidente mettendo a confronto la fig. 4, che
rappresenta il segnale EGG inviato immediatamente e direttamente dall'elettroglottografo
all'oscilloscopio, con le figure seguenti che invece sono state ottenute
inviando a questa apparecchiatura il segnale registrato in precedenza col
magnetofono; né, d'altronde, la realtà scolastica nella quale le registrazioni potevano
essere effettuate consentiva una pratica diversa. Tale distorsione non incide
tuttavia sul significato della ricerca in quanto scopo di questa era
soltanto quello di dimostrare che cambiamenti di postura e di tipo di
respirazione impongono variazioni di forma al segnale EGG.
[2] L'elettroglottografo e l'oscilloscopio sono stati messi gentilmente a disposizione per la ricerca dall'Istituto di Antropologia dell'Università di Torino.