MAURO UBERTI

LA REGOLAZIONE DELL'ALTEZZA TONALE DELLA VOCE

CONVEGNO AIA 79

Siena, 8-10 ottobre 1979

Collana degli Atti della Rivista Italiana d'Acustica, vol II, 1979

L'altezza tonale è il parametro fondamentale del suono vocale nel canto, ma non ne è certo carattere secondario nella loquela. Essa è funzione della tensione delle corde vocali, la cui regolazione è deputata a un sistema di meccanismi fisiologici molto più ampio di quanto comunemente riconosciuto.

La descrizione classica del comportamento fonatorio della laringe contempla, per quanto riguarda la messa in tensione delle corde vocali, tre atti fondamentali, successivi al loro accollamento, cui corrispondono tre modalità di entrata in tensione: 1) la contrazione attiva ed isometrica dei muscoli tiro-aritenoidei, 2) la loro trazione all'indietro ad opera delle cartilagini aritenoidi, 3) la loro trazione in avanti da parte della cartilagine tiroide nel suo movimento di inclinazione, dovuto alla contrazione dei muscoli crico-tiroidei. Secondo tale descrizione, inoltre, la regolazione dell'altezza tonale della voce è risultato esclusivo dei meccanismi elencati.

Compito della muscolatura intrinseca della laringe, invece, è soltanto quello della regolazione fine della tensione delle corde vocali mentre il grosso di questo lavoro compete alla cintura muscolare addominale ed agli organi articolatori. La prima, imponendo a polmoni e trachea il noto movimento di risalita durante l'espirazione, spinge la cartilagine cricoide contro quella tiroide mentre gli organi articolatori (lingua e mandibola), collegati al corno superiore della cartilagine tiroide per mezzo dell'osso ioide e del legamento tiro-joideo, fanno inclinare in avanti questa cartilagine con una trazione orizzontale nel piano sagittale.

Dimostrazione di tale affermazione si ottiene, per quanto riguarda la cintura muscolare addominale, intervenendo manualmente su di una persona stonata durante l'esecuzione di una melodia. Se, infatti, si aiuta di tale cantore comprimendogli la parte bassa dell'addome, si ottiene una correzione immediata della stonazione, che può andare da un semplice miglioramento alla compensazione totale del difetto. Risultati ancora più completi si ottengono facendo cantare il soggetto in posizione supina. In tale postura viene sfruttata la forza di gravità che, scaricando il peso dei visceri sulla superficie inferiore del diaframma, ottiene oltre alla correzione della melodia, l'esecuzione della stessa all'altezza tonale richiesta.

Che, come macroeffettore della regolazione dell'altezza tonale della voce, intervenga anche l'apparato articolatorio si dimostra invitando un cantore incapace di realizzare il cosiddetto "passaggio" - l'inclinazione, cioè, della cartilagine tiroide che, stirando in avanti le corde vocali, permette di realizzare le note del cosiddetto "registro di testa" - ad estrarre la lingua durante la vocalizzazione. Questo comportamento fonatorio si risolve, come già detto, in una trazione sagittale orizzontale, applicata all'estremità dei corni superiori della cartilagine tiroide che, soprattutto se ben coordinata con la spinta proveniente dalla cintura muscolara ddominale, permette l'esecuzione del "passaggio".

Da quanto detto risulta evidente che l'altezza tonale della voce è il risultato sinergico di una macroregolazione, attuata dalla cintura muscolare addominale e dall'apparato articolatorio, e di una microregolazione attuata dalla muscolatura intrinseca della laringe, corrispondente alla descrizione classica suesposta.

I fenomeni fisiologici descritti hanno notevoli conseguenze fonetiche in quanto incidono sul suono glottideo modificando il comportamento elastico delle corde vocali e sul suono orale alterando i rapporti di volume fra cavità buccale e cavità faringea.

Le diapositive dimostrano l'evoluzione della vocale /e/ di un soprano colto in momenti successivi della sua rieducazione vocale, resa necessaria da una diplofonia dovuta ad errato studio del canto; rieducazione consistente nella ricostituzione del corretto coordinamento fonatorio. L'esempio è stato scelto per la facilità di confronto tra fonemi emessi ad altezza tonale e tecnica vocale determinate e costanti. Le analisi necessarie all'estrazione delle formanti sono state ottenute con tecniche digitali basate sul Cepstrum.

Risulta quindi individuato un altro fattore della variabilità fonetica, non culturale, non anatomico, ma fisiologico.